Pseudonimo di
Antonio Giamberti. Architetto e ingegnere militare italiano. Fratello
minore di Giuliano, si formò alla scuola di quest'ultimo, con il quale
collaborò anche per diversi anni. Nel 1483 lavorò con Giuliano a
un crocifisso ligneo per la Santissima Annunziata di Firenze, e nel 1488, a
Perugia, prese parte al rinnovamento del chiostro di San Pietro. Ottenne i primi
incarichi autonomi come ingegnere-architetto di Alessandro VI, che gli
commissionò radicali trasformazioni a varie fortezze dello Stato
Pontificio: Castel Sant'Angelo (dal 1493) a Roma, le massicce fortezze di Nepi e
Nettuno (1501-03) e la rocca di Civita Castellana (1494-1501), il cui vasto e
luminoso cortile, che si ispira al sistema degli ordini sovrapposti del
Colosseo, contrasta con l'asprezza del blocco esterno. Di poco posteriori furono
la fortezza di Arezzo (1505-11), quella di Borgo San Sepolcro (1505-08), quella
di Pisa (1505-10) e la Fortezza Vecchia di Livorno (1505-15). L'architettura
militare costituì per l'artista un impegno costante e prevalente, come
mostrano le numerose opere successive: il restauro delle fortificazioni di
Sarzana e del castello di Ripafratta, il progetto per la rocca di Montefiascone,
i lavori di fortificazione in Val d'Ambra e il restauro di vari fortilizi in
Toscana. Soprattutto dopo la morte del fratello Giuliano, tuttavia, l'architetto
si dedicò anche all'architettura civile e religiosa. Tra le più
importanti testimonianze della prima si ricordano: un modello per la sala del
Gran Consiglio a Palazzo Vecchio (1496); la Loggia de' Servi (1517-29), eseguita
in collaborazione con Baccio d'Agnolo; infine, vari palazzi (sebbene non
documentati con sicurezza), tra i quali il palazzo Nobili-Tarugi, il palazzo Del
Monte Contucci e il palazzo Cervini a Montepulciano (dal 1518 circa),
nonché il palazzo Del Monte (ora palazzo comunale) a Monte San Savino.
Quanto all'edilizia religiosa, spiccano: Santa Maria di Monserrato (1495), in
seguito profondamente modificata (il progetto originale, che prevedeva una
chiesa-aula anticipatrice del Classicismo cinquecentesco, fu ricostruito grazie
ai disegni conservati negli Uffizi); la Santissima Annunziata di Arezzo, dal
singolare e complesso rapporto proporzionale e dalla facciata poveramente
rustica, se si eccettua una preziosa trifora; la chiesa della Madonna di San
Biagio (1518-34) a Montepulciano, unanimemente considerata il suo capolavoro e
ispirata al genere di Santa Maria delle Carceri a Prato del fratello Giuliano
(l'edificio, a pianta centrale a croce greca, è costruito integralmente
in travertino ed è caratterizzato dall'utilizzo, sia all'esterno sia
all'interno, dell'ordine dorico che contribuisce a conferire alla chiesa un
senso di forza e solidità). Da non dimenticare, infine, sono le
architetture finte che
S. ideò in occasione di feste celebrative;
in particolare, fu rilevante fu quella per l'ingresso di Leone X a Firenze
(Firenze 1453 o 1455-1534).